Educato da uno zio sacerdote, entrò nel convento dei Frati Minori a Forano, che era stato fondato da san Francesco; completati gli studi filosofici fu consacrato sacerdote. La sua vita trascorse tra i conventi delle Marche di Treja, Forano. Urbino e San Severino, dove morì. Di salute cagionevole, fu afflitto costantemente da una piaga alla gamba destra che si rimarginò solo alla vigilia della morte, da cecità e sordità progressive che gli impedirono di celebrare la messa, confessare e partecipare alla vita della comunità. Spesso non compreso da confratelli e superiori, trovava gioia in una vita solitaria e mortificata, nella prolungata celebrazione della Messa, spesso accompagnata da estasi, e lo confortò l’amore del popolo. Sopportò eroicamente i dolori costanti, e profetizzò la sua morte. La sua vita fu accompagnata da miracoli e profezie.
