Battezzata Clarice, entrò a venti anni nel monastero delle Clarisse di San Bernardino di Viterbo, dove era entrata una sorella: ma solo dopo quindici anni si convertì in modo assoluto e totale. Desiderosa di vivere le sofferenze di Cristo nella Passione, si sottopose a durissime mortificazioni e penitenze; pur legata alla clausura, si dedicò ai poveri, ai sofferenti, ai carcerati. Ottenne numerose conversioni, e fu promotrice di associazioni di carità, dedite all'assistenza degli infermi e alla cura dei vecchi. Combattendo il giansenismo, propagò l'amore all'Eucaristia.